La scuola come arma per vincere – Francesca Pia Genovese – III D

Prima di scrivere, prima di raccontare, ma soprattutto prima di ricordare, bisogna fare in modo che quella persona, quell’avvenimento di cui si parla rendano partecipe il lettore e lo coinvolgano in un trailer di emozioni. La nostra vita è fatta soprattutto di incontri, di ricordi, viviamo esperienze di ogni tipo; la prima, quella che ci dà il carisma per emergere, è sicuramente l’esperienza scolastica. Ma ancor prima di raccontare agli altri, bisogna ragguagliare se stessi e spalancare al lettore le porte del proprio cuore. La mia vuole essere una considerazione il più possibile sincera, perché in fondo nel momento in cui si scrive ci si libera di tutto e scaviamo all’interno della nostra anima. Non si scrive mai per qualcuno, si scrive per se stessi, si scrive senza mai fingere. Ed ecco, questo è quello che vuole essere il mio scrivere, raccontare le fasi della mia vita scolastica. Le tappe, i traguardi che ho superato e che supererò ancora, i ricordi più tangibili li ho vissuti quando frequentavo la scuola primaria “Edmondo De Amicis”. Lo ricordo come se fosse ieri, quando piccola e impaurita varcavo il portone principale. E’ stata in quell’occasione che il mio sguardo ha incrociato quello di un angelo che, con un sorriso, accoglieva i suoi fanciulli. In lui, nonostante la mia tenera età, vedevo e vedo ancora un papà tenero che con fare dolce e grande umanità, dava tutto se stesso senza mai risparmiarsi. Mai un sorriso a metà, mai un arrabbiatura, l’eccellenza fatta persona. Lui che ha segnato i nostri passi, lui che la scuola la sua seconda famiglia, era ed è ancora una presenza vigile nel nostro cammino. Oh caro angelo, ancora ti vedo nei corridoi, c’è un sorriso dietro ad ogni porta, una parola di conforto su ogni piano della tua amata scuola. La scuola come linfa vitale, ecco questo è quello che mi viene da ricordare, la scuola come arma per vincere, perché ci ricordavi sempre che solo chi avrebbe impugnato con decisione la propria penna poteva essere padrone del proprio destino. Hai lasciato in me e in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti un magistrale esempio di rettitudine, e ancora oggi io mi chiedo come è possibile che un angelo come te sia volato in cielo, non può essere vero, c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che ha deciso per te e anche per noi. Tu che eri e sei il protettore dei bambini, sempre pronto a dare, sempre pronto a dimostrare la propria serietà. Ora più che mai siamo consapevoli che hai guidato e arricchito il nostro cammino, ora Atripalda, la tua amata cittadina, non è più sola, i tuoi esempi, le tue presenze sono e saranno sempre ricordati con immutata fedeltà. Tu che ci hai lasciati in una fredda giornata di gennaio, la scuola piange e piangono i tuoi cari alunni. A più di un anno dalla tua scomparsa, sento il bisogno di ricordare degnamente una persona come te che con grande magnanimità ha guidato i nostri passi e continuerà ad indirizzare tutti coloro che ti destineranno un posto nel proprio cuore.

Francesca Pia Genovese
III D, Scuola primaria di secondo grado “Raffaele Masi”, Atripalda (AV)